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Mercoledì, 17 Ottobre 2012 23:06

Dagli alimenti agli hotel, sono 3mila i prodotti made in Italy certificati halal

Roma, 10 set. (Adnkronos/Labitalia) - L'ultimo arrivato è lo spumante 'alcol free' prodotto da Astoria Vini a Treviso. Ma sono 3.000 i prodotti made in Italy che hanno la certificazione 'halal'. L'unica che, seguendo la dottrina islamica, attesta che un prodotto è lecito per il consumatore musulmano. Le aziende certificate in Italia, per una media di 30-40 prodotti ciascuna, sono 120 e altre 30 sono in fase di certificazione. Spaziano dall'agroalimentare, che occupa il primo posto, al farmaceutico e al cosmetico, ma comprendono anche i trasporti e, ultimamente, il settore turistico-ricettivo.

Già, perché a ottenere il marchio 'halal' può essere anche un albergo. Basta che adotti alcuni accorgimenti che corrispondono alle esigenze di un ospite di religione islamica: dalle camere con indicazione della direzione per la preghiera alla predisposizione di aree riservate per le famiglie, fino all'indicazione di orari per alternare la presenza di uomini e donne in piscina o nella Spa. Oltre, ovviamente, a offrire un menu ad hoc. "Il settore turistico offre grandi opportunità per le strutture che intendono adeguarsi alle richieste della clientela musulmana, fino a qualche tempo fa poco considerata in Italia. Per questo, l'intento della nostra authority è quello di costruire con gli operatori dei percorsi certificati per un certo numero di strutture", spiega a Labitalia Sharif Lorenzini, presidente di Halal Italy, la filiale italiana della Halal International Authority, l'unico ente ufficiale di certificazione di qualità halal in Italia. "I prodotti certificati halal -aggiunge Lorenzini- sono sia prodotti finiti pronti per il consumo sia semilavorati: si va dai formaggi al siero di latte, dall'olio ai succhi di frutta, per restare in ambito alimentare". Prodotti made in Italy destinati però prevalentemente all'esportazione e che muovono un giro d'affari di circa 7 miliardi l'anno. "Ma c'è un importante mercato nazionale -sottolinea- costituito dalla comunità di musulmani che vivono in Italia, che cresce del 10-15% ogni anno ed è arrivata a contare 4 milioni di cittadini compresi gli irregolari, con una forte presenza delle seconde e a volte addirittura delle terze generazioni". Questa fetta di mercato interno rappresenta un giro d'affari che supera i 5 miliardi di euro all'anno: "Però -avverte- non tutti sono certificati e spesso lasciano molti dubbi nel consumatore musulmano che li sceglie come prodotto di ripiego o di emergenza, perché non ha alternative. Mentre è una fetta di mercato importante e che andrebbe regolarizzata e questo darebbe anche alle aziende nuovi canali di sbocco commerciale". E il prodotto halal ha anche una funzione più sociale: "Più prodotti sono certificati -assicura Lorenzini- e più cresce il senso di appartenenza all'Italia del consumatore musulmano. Non solo: sono prodotti richiesti anche dagli italiani che hanno abbracciato la religione islamica. Per questo, il nostro auspicio è che in futuro ci sia una collaborazione con le autorità italiane e con la grande distribuzione, affinché possiamo creare una sinergia e sviluppare nel medio periodo programmi integrati". La certificazione halal riguarda i prodotti delle filiere agroalimentare, dei cosmetici, del chimico e farmaceutico, per la cura del corpo e la salute, ma anche i processi industriali, la trasformazione, compreso il packaging. Per ottenere la certificazione halal di un prodotto o di un servizio, bisogna garantire come halal tutta la catena del valore coinvolta nella sua produzione, dal produttore al consumatore. La certificazione comprende i sistemi di controllo della qualità e di tutte le fasi di approvvigionamento delle materie prime, dei processi di trasformazione, della logistica interna e di stoccaggio, del trasporto interno ed esterno fino al raggiungimento a destinazione. Riguarda anche gli strumenti finanziari utilizzati e la responsabilità sociale dell'impresa. Possono ottenere la certificazione halal anche i servizi commerciali e i canali di vendita annessi a queste filiere.