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Venerdì, 01 Aprile 2011 17:55

Certificazione Halal, per l'Italia una grande opportunità

Halal è una parola araba che significa lecito, viene associata perlopiù alle macellerie islamiche presenti massicciamente da noi, ma il cui senso deve estendersi anche al business. Nel mondo i musulmani sono circa 2 miliardi, di cui oltre 2 milioni in Italia e 31 milioni in Europa (con un mercato potenziale di oltre 50 mrd di euro) e sono più attenti della media all’osservanza dei prodotti ai precetti religiosi. In Italia il consumatore halal è tipicamente un immigrato per il quale essere musulmano è una caratteristica identitaria. L’essere halal (in contrapposizione ad haram

: ciò che non è lecito) è una qualità che riguarda tutti i settori – e quindi non solo l’alimentare - financo i servizi e la finanza sono toccati perché il Corano prevede che nell’agire concreto l’uomo debba soggiacere alle regole stabilite da Dio. I settori maggiormente interessati sono oltre all’agroalimentare, turismo, cosmetica e chimica. L’attenzione alle esigenze di questi consumatori è cresciuta esponenzialmente, in Francia si sono creati fast food halal, in Belgio alberghi halal, addirittura banchine halal nel porto di Rotterdam, naturalmente anche le grandi catene commerciali si fanno la guerra per contendersi questi consumatori. Inoltre per il controllo del prodotto che sta alla base del conferimento della certificazione, il consumo di prodotti halal può interessare a segmenti di consumatori ben al di fuori dalla religione musulmana. L’Italia, per la tradizionale amicizia che vanta verso il vicino mondo arabo, può e deve giocarsi questa carta nei campi che le sono propri, certo non la finanza (che ha resistito meglio rispetto a quella anglosassone in particolare con riferimento alle obbligazioni sukuk cioè senza interessi), appannaggio già da parecchi anni della piazza londinese, quali l’alimentare,

 il turismo e la cosmetica. La certificazione halal (il cui costo è abbastanza limitato) viene eseguita in maniera riconosciuta internazionalmente a livello islamico dall’halal Italy Authority e consente di venire pubblicizzati da tale organizzazione all’interno del mondo musulmano o di partecipare ad eventi quali fiere a livello internazionale come è capitato a 2 aziende italiane (una anconetana e l’altra lucana) che hanno proposto uno spumante ed una birra senza alcool recentemente alla fiera di Dubai.