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Venerdì, 06 Aprile 2012 00:17

Cia e Halal, un protocollo che parla d'integrazione

Bari - Lo si potrebbe definire un matrimonio interraziale: i prodotti di terra pugliese sposati alle tradizioni culinarie musulmane. È il lavoro che dal 2010 svolge Halal Italy e che si formalizza oggi nella firma di un protocollo con la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e Turismo Verde Puglia, per favorire l’esportazione dei prodotti a marchio Halal, non solo nei paesi dell’area mediterranea, ma anche in Cina, in Sud-est asiatico ed Europa, bacini di forte affluenza di popolazioni musulmane.


La Halal International Authority (HIA) è la prima Organizzazione in Italia a ottenere riconoscimenti per la certificazione di conformità alle norme islamiche dei prodotti agroalimentari, cosmetici, farmaceutici, per la cura del corpo e della salute. Come spiega Sharif Lorenzini, Presidente di Halal Italy, “il consumatore musulmano è esigente e vive secondo conformità alla shaaria, scegliendo la genuinità, caratteristica che può trovare nei prodotti pugliesi – e continua -  da quando HIA (Halal International Authority) opera in Italia, le aziende che hanno ottenuto la certificazione sono del nord e stanno ottenendo un grande successo, non solo nel campo delle esportazioni, in quanto i prodotti possono anche esser reinseriti nel circuito di produzione quali semilavorati”.


Un investimento che promette bene ed una sicurezza tanto per le aziende produttrici, quanto per i cittadini musulmani, che potranno dormire sonni tranquilli, avendo la certezza di mangiare prodotti non contaminati e non nocivi prima di tutto per la propria anima. Un’opportunità di guadagno che l’Italia non si lascia sfuggire, ma che arriva solo dopo le esperienze di Francia, Germania, Belgio ed Olanda, e che, come afferma lo stesso Lorenzini, avrà come valore aggiunto la qualità del Made in Italy e, nello specifico, del Made in Puglia.


Il fine ultimo, di cui questo protocollo risulta  un mezzo virtuoso, sembra essere il turismo. Come afferma Antonio Barile, Presidente della Cia Puglia, infatti, “La certificazione Halal è il passaporto giusto anche per adeguare le nostre strutture turistiche” e quasi a fargli da spalla le parole di Lorenzini: “Halal è in collegamento con diversi tour operator che ci pregano di creare percorsi certificati per i turisti musulmani”.


Oltre l’aspetto economico, poi, questa promette di essere una buona esperienza di integrazione. Giulio Sparascio, rappresentante delle aziende agroturistiche pugliesi afferma a tal proposito: “la mia sensibilità è tale e tanta da potervi garantire che non si tratti soltanto di una questione di soldi, ma della creazioni di luoghi, le campagne, dove si parli di pace e di accoglienza”.