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Martedì, 13 Dicembre 2011 08:50

Una rete di servizi per il turismo Halal

 Si parla di 2 miliardi potenziali viaggiatori, l’intero universo dell’Islam: oltre 800 milioni, circa il 45%, già viaggia all’estero.  E consuma turismo Halal, che significa lecito, ossia concepito e organizzato nel rispetto della dottrina islamica, dal cibo ai tempi e ai modi preghiera. 

Quello islamico è anche quasi sempre un viaggiatore di alta gamma, con forte propensione alla spesa e alla ricerca del comfort, in un bacino di mercato che promette uno sviluppo esponenziale.

Nello scenario futuro del trasporto aereo delineato dal Global Market Forecast di Airbus il passeggero musulmano – una domanda che cresce del 7% medio l’anno – sarà uno dei protagonisti. E ha bisogno di servizi e assistenza ad hoc. «Creare turismo Halal significa assicurarsi un business che secondo noi avrà grande sviluppo nei prossimi 10 anni» ha detto Fiona Jeffery, direttore del World Travel Market di Londra.

 

Lo conferma il successo di Halaltrip.com, primo portale del turismo musulmano che in tre mesi ha raggiunto i 40.000 contatti, (e quasi 14.000 fan su Facebook) supportando i fedeli nell’organizzazione dei loro viaggi, pellegrinaggi o vacanze. Il portale indica gli hotel conformi alla legge islamica, dove ad esempio un’area della piscina è riservata alle donne, ci sono ristoranti Halal e spazi per la preghiera. «Halaltrip – dice il suo fondatore Karim Saad – rende più confortevole il viaggio dei musulmani, informandoli sulle strutture in cui alloggiare, pubblicando anche le reviews degli ospiti». Halaltrip per ora è in arabo, inglese, francese e tedesco, presto avrà altre versioni.


Halal International Authority
Perché tra le mete referite dal turista Halal ci sono Thailandia, Malesia, Australia e Europa: come informa Halal Italy, l’organismo ufficiale di certificazione di qualità Halal in Italia, rappresentanza di Halal International Authority, l’Autorità Internazionale di Certificazione Islamica.


Spiega Sharif Lorenzini, presidente di Halal Italy, che «si stanno sviluppando molte iniziative di turismo conforme allo standard Halal, dedicate a un mercato che finora non aveva avuto particolare attenzione». Si parla di un business potenziale da 50 miliardi di dollari l’anno, con bacino d’utenza in aumento costante, sia in Europa che negli Usa.


«In Italia – aggiunge Fabio Spilotros, responsabile commerciale di Halal Italy – l’interesse degli operatori cresce rapidamente fra agenzie, tour operator e strutture ricettive che si stanno affacciando con forza su questo mercato. L’Italia ha un posizionamento e un patrimonio culturale ineguagliabili, che ne potrebbero facilitare l’ascesa, se le parti interessate agissero di concerto».


Masserie in rete
Halal International Authority si sta muovendo per certificare i distretti territoriali, coinvolgendo attori economici e istituzionali (Camere di Commercio, Province, consorzi turistici, tour operator). «L’obiettivo – dice Lorenzini – è di mettere in rete tutti gli attori economici interessati a trovare soluzioni di mercato adeguate. In questo modo si certificano strutture ricettive, ristoranti, agenzie di viaggi, aziende agricole, aziende agroalimentari, aziende dell’artigianato tipico, sostanzialmente ciò che il nostro territorio esprime, per promuoverlo all’estero. Il suggerimento è di conseguire la certificazione e fare rete».


Ma quante realtà ci sono oggi in Italia, tra alberghi, ristoranti e tour operator, che si rivolgono al turismo Halal? Lorenzini è molto esplicito: «Qui siamo all’anno zero, c’è tanto da fare. Ci sono circuiti che si sono affermati ma scontano un problema di visibilità, a macchia di leopardo. Serve un’integrazione nella filiera del turismo Halal fra attori che non possono essere solamente competitor intorno alla stessa torta, ma portatori di valori che afferiscono al territorio».


Un esempio su tutti è quello della Masseria Quis ut Deus in Valle d’Itria, Puglia: qui Antonio Prota, il responsabile, ha coinvolto circa 300 strutture della Regione. E ci spiega: «Abbiamo subito deciso di collaborare con Halal Italy perché riteniamo strategica l’apertura al mercato musulmano. E perché siamo molto impegnati nell’integrazione tra culture diverse. Da sempre la Puglia è un crocevia di popoli e culture che hanno arricchito il nostro territorio. La nostra offerta cerca di conciliare tutti i precetti musulmani nel contesto della masseria, quindi spazi dedicati con grande attenzione alla privacy, cucina Halal ma con ingredienti pugliesi a chilometri zero, camere dedicate e adeguatamente fornite di servizi personalizzati».


Prota è anche presidente della rete WO-MA – Worldwide Masserie of Apulia, nata per dare una risposta operativa alle sfide del turismo globale. «Il concetto di aggregazione, oltre che di rete – spiega ancora Prota – sarà una strada obbligatoria per i microimprenditori, più di quanto i numeri attuali non facciano presagire. È il vero cambiamento a cui il mercato e la crisi ci stanno portando. Da presidente di WOMA inserirò la certificazione Halal nel nostro programma di rete, come requisito fondamentale per partecipare a fiere e workshop internazionali».


A conti fatti, dunque, il turismo Halal è  un fenomeno da coltivare con strategie e marketing che sottintendano un adeguamento delle strutture d’ospitalità: con la ristorazione a base di ingredienti leciti per la legge islamica, alle piscine per sole donne, alla realizzazione di sale per la preghiera alla vendita del burkini, il costume da bagno indossato da donne di fede islamica. Il mondo del turismo  si sta adeguando: ad oggi le strutture ricettive nel mondo occidentale orientate al turismo Halal sono circa 1.000, di cui un 10% nella sola Londra, mentre in Italia ne risultano  solo alcune a Roma, in Toscana e appunto in Puglia. Ovviamente nel mondo arabo la crescita è ben più vistosa: il Gruppo Almulla Hospitality ha annunciato un piano di sviluppo da 150 hotel Halal entro il 2015, non solo in Medio Oriente ma anche in Europa e Nord America. E ancora la catena Kempinski ha in progetto di costruire nei prossimi dieci anni almeno 30 hotel in collaborazione con l’islamico Advisory Financial Group.


L’impegno di Costa Crociere
Oltre ai gruppi alberghieri si muovono anche grandi operatori come Costa Crociere, che ha lanciato un’ampia gamma di servizi per la clientela musulmana. Soprattutto di concerto con i massicci investimenti della compagnia su Dubai, sul Golfo Arabico e sul Medio Oriente. Costa ha allestito a bordo sale di preghiera, e offre tipici piatti mediorientali Halal, e ancora menù, istruzioni e segnaletica scritti in arabo e perfino un programma di intrattenimento in cabina, e  personale di assistenza a bordo in madrelingua.
www.halalitaly.org - www.halaltrip.com