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Giovedì, 15 Dicembre 2011 06:39

Intervista al Dr. Fabio Spilotros Manager Halal international authority

Prima di tutto, ci può dare un’idea generale del concetto di ‘halal’ che non è ristretto al cibo?

Bari, 18 gen.-Lo standard Halal International Authority nasce molti anni fa per sancire l’adozione di taluni comportamenti conformi alla religione islamica; infatti il presupposto per cui nel recente passato si è affermato lo standard Halal è la sua derivazione da alcuni dogmi religiosi (non bere alcol e non mangiare carne di suino). Da questo che è il fondamento ne è disceso uno standard che contiene alcuni pilastri riconosciuti ed universali: tracciabilità, sicurezza e legalità. Universali in quanto vanno nella direzione di tutelare non solo i Musulmani ma tutti i consumatori. Detto questo lo Standard Halal trova applicazione in tutti quei settori in cui l’uomo è consumatore o fruitore finale (cosmetica, farmaceutica, turismo, ecc.)

Questa serie di concetti e di indicazioni, se così possiamo chiamarle, come vengono poi declinate nella pratica quotidiana?

Certamente hanno un impatto importante per la platea dei consumatori musulmani in quanto la certificazione stabilisce ciò che è Halal (lecito) da ciò che è contrario alle norme religiose (Haram). Ma se noi spostassimo l’attenzione sul consumatore in quanto tale potremmo considerare la certificazione come una sorta di garanzia per tutti i consumatori alla ricerca di un consumo consapevole e sano. Ecco il motivo per cui Halal Italy filiale italiana di HIA ha pensato bene si identificarsi con ciò che il territorio è in grado di esprimere. Il logo rappresenta la bandiera italiana non tanto per ruffianeria quanto piuttosto per affermare il concetto di promuovere il made in Italy.

Venendo in particolare al settore alimentare, quali sono i concetti più importanti che HIA chiede di applicare?

Lo standard HIA raccomanda l’adozione di determinati comportamenti volti al rispetto delle regole religiose di cui ho fatto cenno e l’adozione in generale di modelli di comportamenti delle aziende trasparenti e orientate a tutelare i consumatori che sono il vero primo cliente figurato di Halal Italy. Ciò equivale a dire che la tracciabilità è uno dei valori che le aziende devono garantire: sapere da dove vengono detrminati prodotti (come peraltro recita una recente direttiva europea) è indispensabile se si vuole avere un rapporto fiduciario con i propri clienti consumatori. Come anche perseguire la sicurezza alimentare è un altro valore di cui la stssa Halal Italy è portatrice.

E per quanto riguarda in particolare la filiera del grano, cioè tutti quei prodotti nei quali la farina di frumento gioca un ruolo fondamentale?

La tracciabilità è un elemento fondamentale per chi si orienta a consguire la certificazione Halal; la conoscenza della provenienza di determenitai prodotti è essenziale per garantire i terzi che nel nostro caso sono i consumatori.

Scendendo sul concreto, che tipo di mercati si aprono a quelle aziende italiane che ottengono questa certificazione?

L’Italia da questo punto di vista è nel centro del Mediterraneo e pertanto moltissimi Paesi sono raggiungibili anche per i volumi sempre crescenti che sono in gradodi espromere. Mi riferisco all’SArea del Magreb al Medio Oriente. Insomma Pasei dove sebenne negli ultimi tempi ci siano un pò di tumulti sociali dovuti alla mancanza di lavoro.

I Musulmani nel mondo sono circa 2 miliardi che consumano e che cercano sempre più una tutela attraverso la certificazione Halal. Questi Paesi sono molto interessati a consumare Halal e allo stesso tempo il made in Italy ha una forza di attrazione importantissima.

Cosa deve fare un’azienda alimentare che desideri ottenere la certificazione attraverso la vostra organizzazione?

Il percorso per l’ottenimento della certificazione è abbastanza semplice e non implica stravolgimento nella organizzazione aziendale. Dopo la formalizzazione del contratto si passa ad effettuare un preliminare audit documentale per verificare se esistano eventuali controindicazioni per l’ottenimento della Certificazone. Successivamente si passa alla visita ispettiva che ha come obiettivo di verificare in loco che effettivamente l’azienda adotta comportamenti leciti nelle fasi di produzione.Ed infine si rilascia la certificazione nelle varie lingue a seconda dei mercati che si vuole raggiungere

Cos’è Halal Italy, come opera e quali sono gli step pratici per entrare a far parte del vostro network?

Halal Italy opera nella sua connotazione per cui opera come unica filiale dell’Autorità Internazionale di Certificazione Halal (HALAL INTERNATIONAL AUTHORIY). Entrare nel network vuol dire sposare una filosofia che noi auspichiamo dia ottimi risultati. Abbiamo a questo proposito condiviso con alcune realtà vocate alla commercializzazione e a loro volta certificate che operano a livello nazionale che sostengono e danno impulso positivo dal punto di vista commerciale alle aziende che hanno intrapreso questo percorso “Halal”

Ci può fare alcuni esempi di aziende italiane già certificate e dell’iter che hanno seguito?

Recentemente abbiamo certificato una birrificio che credendo nel progetto Halal ha avviato la rpduzione di birra analcolica, Drive Beer. Così come rispondendo a delle sollecitazioni di mercato abbiamo certificato due grandi imprese come la Colussi e Mutti, Parmalat, Pernigotti. In ogni caso il lavoro da fare è immenso considerato il potenziale commerciale ancora in parte non espresso. Tanto per incominciare il settore turistico non è escluso e quindi abbiamo avviato sul territorio alcune certificazioni di strutture e villaggi turistici.

A parte la certificazione, fornite altri servizi di assistenza ed accompagnamento per le aziende italiane che desiderano ampliare il proprio mercato nei Paesi a prevalenza islamica?

Come dicevo prima Halal Italy è nata come Ente di Certificazione. Mentre altre aziende convenzionate e consociate sono dedite alla valorizzazione commerciale dei prodotti. Stiamo provvedendo a valorizzare i territori dele nostre regioni in una logica di promozione di marketing territoriale. Tali iniziative ci sono state finanziate attraverso il coinvolgimento del sistema camerale che ha sposato la nostra missione.A questo proposito stiamo avviando nel prossimo mese di maggio una missione multisettoriale in Arabia Saudita. Inoltre proprio per accompagnare le imprese abbiamo creato un organismo Halal Italy Club che si occupa di progetti di sviluppo e progetti commerciali che nel corso del 2012 si concretizzeranno (accordi con la GDO, creazione di piattaforme di distribuzione all’estero, ecc.).

Dr. Fabio Spilotros

AREA MANAGER