Media

Lunedì, 04 Luglio 2011 07:08

Bari / Esportazioni verso Oriente: firmato protocollo

BARI - La di Commercio Italo Orientale di Bari, presieduta da Antonio Barile, ha siglato nei giorni scorsi un protocollo di intesa con Halal Italy con l’obiettivo di incrementare le esportazioni delle imprese pugliesi ed italiane verso l’Oriente.

“Abbiamo deciso di siglare come di Commercio Italo Orientale un protocollo di intesa con Halal Italy – ha spiegato il neo presidente Antonio Barile - per favorire l’incremento del numero di imprese che possono entrare nel circuito di esportazione non solo dei Paesi dell’area Mediterranea, ma anche in tutti quelli, come la Cina, dove la presenza di musulmani è consistente e il prodotto Halal ha maggiori opportunità di penetrazione commerciale.

L’obiettivo comune è anche quello di promuovere e sostenere la produzione, la valorizzazione e la diffusione dei prodotti agro-alimentari che sono realizzati in Italia e in particolare in Puglia. Inoltre – ha continuato Barile - non è da sottovalutare la richiesta di musulmani che vorrebbero visitare l’Italia per turismo o per affari, senza abbandonare il legame con la propria comunità. Quest’ultima la riteniamo una chance interessante e da non perdere, soprattutto in un periodo economico così delicato. Insomma il lavoro da incrementare in questo settore è smisurato, considerando le potenzialità di sviluppo commerciale ancora inespresse”. “I principi della certificazione – ha evidenziato l’assessore regionale alle risorse agroalimentari Dario Stefano - sono in linea con i principi di tracciabilità, salubrità, sicurezza e legalità. L’adozione di modelli di comportamenti trasparenti da parte delle aziende orientate a tutelare i consumatori, non può che favorire l’export dei prodotti di qualità della nostra Regione. La certificazione – ha concluso Stèfano – diviene, infatti, un’ulteriore garanzia per il consumatore perché deve essere garantita la tracciabilità: ciò significa che è indispensabile conoscere la provenienza di determinati prodotti, così come richiesto dalle direttive della comunità europea”.

Halal( حلال , Halal, halaal) per i Musulmani significa lecito e prende le mosse da alcuni principi e dogmi della cultura musulmana che sono in linea con i principi di tracciabilità, salubrità, sicurezza e legalità . In Occidente si riferisce principalmente al cibo preparato in modo accettabile per la legge islamica. In arabo la parola intende tutto ciò che è permesso secondo l’Islam, in contrasto a ciò che è harām, proibito (Haram). Il concetto include dunque il comportamento, il modo di parlare, l’abbigliamento, la condotta e le norme in materia di alimentazione. Negli ultimi 20 anni, il mercato Halal, stimato in 9 miliardi di dollari nella sola Europa, e in 5 per il nostro Paese, si è sviluppato rapidamente.

“Il principio generale della religione islamica è quello di proteggersi dal male, dal danno, quindi evitare cibi o bevande che possono essere prodotti in modo non idoneo per la nostra salute e integrità - ha spiegato Doriana Cisonno, responsabile comunicazione di Halal Italy -. L’attenzione della certificazione si concentra sui cibi e sugli alimenti a base di proteine o grassi di origine animale come tutta la carne, (esclusa quella di maiale totalmente proibita) che va macellata secondo un preciso rituale, ma anche le bevande che non devono contenere alcool e la pasta perché potrebbe essere fatta con un grano contaminato o nocivo. Oltre all’agro-alimentare – ha continuato Cisonno -, un settore in forte sviluppo è quello dei cosmetici e dei farmaci, la cui correttezza dei processi di lavorazione e degli ingredienti utilizzati è cruciale per il fedele musulmano, ma è prevista una grande crescita anche di prodotti legati a settori più vasti come il turismo (alberghi, ristoranti, pizzerie) e i servizi già diffusi in tutta Europa.

Il primo fast food halal ha aperto i battenti lo scorso anno a Parigi, al porto di Rotterdam è da poco entrata in funzione una banchina speciale che rispetta i dettami islamici dello stoccaggio delle merci, mentre la Camera di Commercio di Bruxelles ha certificato da quest’anno le camere d’albergo halal cioè dotate di comfort anche per ospiti musulmani: no alcool nel minibar, un Corano e un tappeto per la preghiera orientato verso la Mecca”.

Il prodotto deve essere identificato con il logo dell’ente certificatore. Gli interessati ricevono innanzitutto il disciplinare tecnico di Certificazione Halal dal Comitato Etico della Comunità Religiosa Islamica nel quale sono espresse tutte le linee guida per la certificazione. In particolare i prodotti e i processi produttivi devono essere conformi alle normative italiane ed europee in tema di igiene e sicurezza alimentare. In seguito all’ispezione e alle indicazioni scritte dell’ispettore, l’azienda è in grado di mettersi in regola apportando le necessarie modifiche nella produzione. Dal confronto diretto tra azienda e rappresentanza islamica ha inizio una seria collaborazione per ottenere un prodotto di qualità, tipico della tradizione italiana, ma certificato Halal. Non sono pochi i consumatori non musulmani che acquistano i prodotti Halal perché ritenuti sicuri e garantiti sotto l’aspetto qualitativo.