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Giovedì, 17 Aprile 2014 08:31

Il turismo in chiave Halal

Il turismo è da sempre un motore propulsivo dell'economia, tutte i paesi predispongono campagne ad hoc per attirare visitatori, i tour operator cercano sempre di anticipare il mercando individuando nuove mete e nuovi target.

La religione, per una buona parte del mondo, indica pure il comportamento da seguire lontano da casa e influenza la natura del viaggio. Per i musulmani esiste un vero e proprio codice di comportamento da seguire e ricercare lontano da casa, prescritto dalle leggi coraniche e da intendere halal, cioè permesso.

Un mercato che può vantare circa 2 miliardi di potenziali viaggiatori e che già adesso fa registrare un numero di viaggiatori all'estero intorno alle 800 milioni di unità.

L'identikit del viaggiatore islamico è quello di un consumatore di alto profilo, classe sociale medio/alta e con una propensione di spesa elevata.

Viaggia prevalentemente con la famiglia nel 53 per cento dei casi, con amici nel 23 e in coppia per il 19 per cento. Allo stesso tempo fa registrare una permanenza media nella destinazione maggiore della media globale.

Per il momento, i viaggiatori islamici provengono dalle aree mediorientali, dai paesi esportatori di petrolio come Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Qatar, anche se iniziano a divenire interessanti i flussi da Iran, Indonesia, Turchia e Nord Africa.

L'Europa sta diventando col tempo e forse, anche beneficiando dei fermenti della primavera araba,  una meta molto gettonata; nella fattispecie l'Italia è  preferita dalle famiglie di alto standing alla ricerca di luoghi di villeggiatura tranquilli e di lusso, mentre la Spagna è  meta gettonata per i single maschi alla ricerca di divertimento.

In tale ambito rientrano le strategie di alcuni vettori come Emirates e Qatar Airways, che hanno intensificato i collegamenti con Madrid e Barcellona e di buon auspicio e lungimiranza potrebbe rilevarsi la possibile alleanza tra Alitalia ed Etihad.

Un consumatore con queste caratteristiche richiede pertanto un'offerta adeguata e le strutture ricettizie in giro per il mondo hanno da tempo intercettato le esigenze di consumatori alla ricerca del massimo confort.

La crescita del solo trasporto aereo stima una crescita dei passeggeri musulmani vicina al 10% annuo con un trend decisamente favorevole da qui al 2020.

Un segmento capace di generare nel solo 2012 un giro d'affari di 126,1 miliardi di dollari, ritagliandosi una fetta pari al  12,3% del turismo globale.

I dati a disposizione, frutto soprattutto del rapporto "Global Muslim Lifestyle Tourism market" realizzato dalla società  Dinarstandard, in collaborazione con la societa' Crescent rating di Singapore, specializzata nella recensione di prodotti turistici halal, dicono che nei prossimi 6 anni la domanda turistica halal crescerà ad un ritmo maggiore della media internazionale (4,8% contro 3,8%) e che i consumatori musulmani in itinere spenderanno circa 190 miliardi di euro, ovvero il 15%  della ricchezza totale generata dal settore globale.

Viaggiare halal significa adeguare le strutture ricettizie con interventi mirati: ristoranti con menu che prevedano portate halal, bar che somministrano bevande alcol- free, piscine per sole donne, sale di preghiera, vendita di abbigliamento come il burkini, il famoso costume da bagno indossato dalle donne islamiche, spa con percorsi differenziati per donne e uomini, ecc.

L'offerta di servizi turistici si sta muovendo, tra Europa e America si contano più  di1000 strutture halal, di queste un centinaio ha base a Londra, hub di riferimento per una certa parte del mondo musulmano. La crescita nel mondo arabo è naturalmente  molto più vivace, basti pensare agli investimenti programmati da parte del Gruppo Almulia Hospitality che prevede la costruzione di 150 hotel halal entro 5 anni e la catena Kempinski che. col supporto dell' Advisory Financial Group, intende costruire decine di strutture negli anni a seguire.

I gruppi occidentali, che hanno iniziato a captare la domanda di turismo halal durante il periodo del Ramadan, hanno finalmente capito che siamo in presenza di un flusso turistico vivace e che dura 365 giorni l'anno.

Molte catene alberghiere stanno organizzando le strutture, alcuni operatori come Costa Crociere hanno predisposto un piano d'investimenti molto forte orientato ai paesi del Golfo, puntando non solo sui servizi in chiave halal, ma selezionando personale di assistenza e di intrattenimento madrelingua.

Per tutti gli operatori del settore un ottimo punto di riferimento è sicuramente il sito web halaltrip.com, il primo portale dedicato al turismo per musulmani e punto di riferimento con un archivio che censisce centinaia di strutture con tanto di foto e racconti provenienti da una community di viaggiatori.

Santovito Luigi